Un dato che sfiora il 20% di incremento rispetto al 2009, anno in cui la crisi si è fatta sentire più pesantemente.
Da notare che il grosso del fatturato arriva dall'estero: 2.489 milioni di euro, pari al 69% del giro di affari. Un dato che conferma il prestigio di cui godono sul mercato internazionale le aziende italiane che producono attrezzature.
Un altro elemento da sottolineare è che le esportazioni sono rivolte a un bacino diversificato di paesi: dagli emergenti, che vanno verso una massificazione veicolare e dunque necessitano di strutture di assistenza prima inesistenti o scarse, a quelli dove i mercato sono già maturi e più che puntare sullo svecchiamento del parco auto ci si rivolge alla manutenzione dei propri mezzi.
Per quanto riguarda gli operatori del settore, poi, va anche detto che nei paesi dove il parco circolante si caratterizza per la sua modernità, sono necessari degli investimenti anche importanti per mantenersi aggiornati con le nuove tecnologie, non solo a livello di formazione professionale ma anche di strumentazioni per gli interventi di riparazione.
La differenza fra i due mercati di riferimento, dunque, riguarderà la velocità di sviluppo, ma la crescita sembra finalmente essere qualcosa di più di una semplice speranza.