Tante le novità presentate da Texa: il futuro entra in officina con una serie di strumenti pensati non solo per agevolare il lavoro quotidiano dell’autoriparatore, ma anche per offrire al cliente sempre più servizi.
Sempre più piccoli, sempre più pratici, sempre più tecnologici: queste sono le caratteristiche degli ultimi strumenti realizzati da Texa, soluzioni che in alcuni casi anticipano anche le necessità dell'autoriparatore di domani. L'attività di Texa, si può dire, si rivolge contemporaneamente tanto al presente quanto al futuro, risolvendo i problemi di oggi, ma lavorando già per creare le condizioni ideali per il meccatronico del futuro.
Tendenze e strategie in Texa sono strettamente connesse, perché solo lavorando d'anticipo si può essere pronti con la risposta giusta al momento giusto.
Oggi, per esempio, si parla di auto connessa in rete: una realtà che Texa ha iniziato ad affrontare circa sei anni fa e proprio per questo è già in grado di offrire una soluzione pratica e concreta all'autoriparatore, con prodotti come il TMD MK3 (una sorta di “scatola nera” per prodotti e servizi, vincitrice del prestigioso Innovation Award di Automechanika); a questa si aggiunge anche una visione futuristica, con un prototipo di occhiali per la realtà aumentata, il BT 200, realizzato in collaborazione con Epson Italia (anche in questo caso prodotto vincitore del premio per l'innovazione a Francoforte).
Diagnosi e servizi in remoto
Siamo alla terza generazione di questo dispositivo: la prova evidente che ci sono ancora nuove frontiere da esplorare e nuovi obiettivi da raggiungere. Se alla sua nascita, il TMD era un “semplice” dispositivo per registrare il comportamento del veicolo che veniva poi letto e interpretato in un secondo tempo al rientro in officina; oggi, con l'ultima versione TMD MK3 Pnp (Plug & Play) siamo di fronte a un dispositivo di dimensioni molto compatte, che racchiude una tecnologia molto spinta e consente una diagnosi in remoto in tempo reale.
L'esperienza ventennale di Texa nell'autodiagnosi multimarca, infatti, ha permesso di realizzare uno strumento universale, in grado di fungere da “scatola nera” per registrare il comportamento del veicolo, ma allo stesso tempo anche mettere in contatto l'auto in remoto con una centrale operativa (che sia l'officina, il gestore della flotta o un centro d'assistenza di altro genere) per arrivare anche ad attivare un intervento riparativo o di soccorso.
Si può dire che il TMD MK3 Pnp reinterpreta l'autodiagnosi in un'ottica di servizio potenziato e in linea con il concetto della scatola nera per la sicurezza dei veicoli.
In pratica, l'autoriparatore inserirà il dispositivo nella presa OBD del veicolo e in caso di necessità potrà non solo verificare dal suo computer, senza uscire dall'officina, quale sia la problematica in corso in tempo reale, ma nel caso anche intervenire direttamente o comunque rassicurare l'automobilista sul da farsi (se rientrare immediatamente o programmare un intervento).
Questo vale anche per altre necessità di soccorso, perché il dispositivo integra diverse funzioni, dalla localizzazione del veicolo all'e-call, per un supporto di servizi completo dal furto all'avaria, all'incidente.
La tecnologia applicata è modulare, ciò significa che sono disponibili tre diverse tipologie di TDM MK3: il “semplice” Edr (la “scatola nera” con rilevazione della posizione), il Diag (che integra informazioni diagnostiche e telemetriche provenienti dalle centraline elettroniche) e il più sofisticato Plug&Play, che oltre a tutte le altre funzioni, permette un'installazione e disinstallazione estremamente semplice.
Texa CARe: e l’auto è connessa
Ancora più piccolo del TMD, il CARe (22x47 mm, h 24 mm) è uno strumento universale, in miniatura, che permette all'auto di comunicare via smartphone con il guidatore e inviare di conseguenza anche le informazioni in tempo reale al meccanico. È un po' come se il meccanico di domani, arrivando in officina, accendesse per prima cosa il suo computer e desse un'occhiata alle condizioni dei veicoli dei suoi clienti: un approccio diverso da oggi, che “deve” aspettare il verificarsi di un guasto. Grazie a CARe, invece, il cliente potrà sentirsi più tranquillo sulla sua vettura, perché sa che il suo meccanico di fiducia lo può seguire virtualmente ovunque e può avvisarlo per tempo, grazie a una diagnosi preventiva, se per esempio rischia di rimanere in panne perché la batteria è “agli sgoccioli” o deve prenotare un tagliando o un cambio olio.
Se poi il cliente lo desidera, potrà visualizzare sul suo smartphone una serie di informazioni semplici da interpretare e preziose per il buon mantenimento del veicolo. Per il meccanic,o CARe rappresenta un duplice vantaggio: la fidelizzazione del cliente e la programmazione del proprio lavoro, perché il monitoraggio costante gli permetterà di fare delle previsioni sui possibili guasti di un veicolo a un certo chilometraggio.
Il contagiri “senza contatto”
Una chicca per i meccanici moto: Texa propone un nuovo strumento per misurare i giri del motore, RCM, che non richiede di smontare la carenatura e non deve essere messo a contatto con il mezzo. L'RCM, infatti, misura le onde elettromagnetiche generate dall’arco elettrico provocato dalle scintille di accensione: la misura è effettuata da una speciale antenna a spirale e viene elaborata da un algoritmo che individua con precisione i giri motore. L’operatore deve semplicemente selezionare la tipologia del motore e posizionare l’RCM a circa 15 cm dalla carena.
Lo strumento è dotato di display, tastiera di selezione e batteria. I dati vengono poi inviati via Bluetooth allo strumento diagnostico o al pc che gestisce l’analizzatore gas.
Il futuro è la realtà aumentata
Vincitori dell'Innovation Award per la categoria “Riparazione – Diagnosi”: gli occhiali per la realtà aumentata BT-200, sviluppati in collaborazione con Epson Italia. L'idea nasce da una tecnologia di origine militare, mutuata anche da altri settori, che permette all'autoriparatore di lavorare a mani libere e senza staccare gli occhi dal veicolo. Infatti, i dati tecnici o i parametri rilevati dal diagnostico vengono proiettati in sovraimpressione sugli occhiali. In pratica, il meccanico si ritrova ad avere le mani libere per lavorare, mentre attraverso gli occhiali vede contemporaneamente sia quello che sta concretamente facendo, sia i dati tecnici richiesti. Semplicemente inquadrando il pezzo, il software riconosce di cosa si tratta e propone la relativa documentazione, che il meccanico sceglierà fra tutte quelle disponibili attraverso un dispositivo collegato all'occhiale.