Il ponte sollevatore è uno strumento fondamentale per l’officina e rappresenta un investimento importante. Mantenerlo in perfetta efficienza è dunque essenziale e rivolgersi a tecnici specializzati per la sua manutenzione è un’opzione da prendere in seria considerazione.
Grande o piccola che sia, un’officina per svolgere la propria attività non può non considerare l’acquisto di un ponte sollevatore o la costruzione di una fossa. L’alternativa dipende dal tipo di interventi, dalla tipologia dei veicoli trattati e dagli spazi a disposizione, ma chi decide di acquistare un ponte non può tralasciare un aspetto importante: la manutenzione ordinaria.
Per capire meglio in cosa consiste e quanto sia davvero importante, ne abbiamo parlato con un produttore competente, l’azienda O.ME.R. di Mirano (VE), che ci ha chiarito le idee su questo argomento.
La lunga vita del ponte sollevatore
Iniziamo la nostra chiacchierata con Federico Manente, direttore commerciale Italia di O.ME.R., con una considerazione importante: il ponte è un’attrezzatura particolare, perché, diversamente da altri prodotti che vengono spesso sostituiti in virtù degli sviluppi tecnologici del prodotto stesso e dei veicoli, viene normalmente portato “a fine vita”. Generalmente il ciclo di vita di un sollevatore si aggira tra i 10 e i 15 anni e ciò che decreta la sua fine è normalmente l’usura e non una rottura non riparabile.
“In O.ME.R. produciamo ponti sollevatori di tipo elettroidraulico, per cui è difficile che si guastino. Se sottoposti a una corretta manutenzione – spiega Manente - i ponti arrivano semplicemente al punto in cui sono talmente vecchi che non vale più la pena sostituire le parti usurate e lo si cambia. La durata di un ponte dipende da quanto lo si usa e dagli interventi di manutenzione eseguiti”.
Manutenzione ordinaria e straordinaria
Eccoci subito al cuore della questione: la manutenzione ordinaria è davvero necessaria? In cosa consiste? E, soprattutto, l’autoriparatore non può “cavarsela da solo”?
“La manutenzione non è per così dire obbligatoria e infatti ci sono due tipologie di cliente per noi - chiarisce Manente - chi la richiede come intervento programmato e chi si rivolge a noi solo perché ha un problema che non riesce a risolvere.”
Il service sui ponti, infatti, risponde a due esigenze: da un lato c’è il produttore, che investe nell’assistenza per migliorare il servizio al cliente e offrire così un valore aggiunto; dall’altro c’è il cliente che “deve” effettuare la manutenzione perché fa parte degli obblighi per il mantenimento della certificazione ISO o perché - come succede ai concessionari - gli è richiesto dalla casa madre.
"In questi casi si parla di manutenzione ordinaria e programmata – precisa Manente - che O.ME.R. e i suoi distributori propongono già al momento dell’acquisto del ponte. È comunque possibile, in qualsiasi momento, sottoscrivere un contratto di assistenza o richiedere l’intervento dei nostri tecnici sia in caso di problemi, sia semplicemente per effettuare le verifiche periodiche richieste come obbligo di legge per il mantenimento della certificazione ISO.”
“Parlando di manutenzione ordinaria e programmata, generalmente vengono previsti uno o due interventi all’anno; il nostro tecnico si reca sul posto con un furgone attrezzato con i ricambi che prevede possano essere necessari, e verifica il buon funzionamento del ponte, le prestazioni e i dispositivi di sicurezza, provvedendo, se è il caso, a sostituire le parti usurate e regolando i componenti nuovi. Il ponte ha un suo libretto che viene compilato dopo ogni intervento (come richiesto dalla normativa ISO), che comprova l’avvenuta manutenzione e tutela il cliente in caso di problemi successivi, in quanto attesta che la manutenzione è stata regolarmente effettuata da un tecnico specializzato. Il costo dell’intevento è minimo, poche centinaia di euro, in funzione del tipo di ponte. A mio parere si tratta di un investimento esiguo rispetto ai vantaggi che offre e sicuramente vale la pena prendere in considerazione questo servizio.”
E gli interventi straordinari? “Sono davvero pochi - risponde Manente – e soprattutto raramente hanno carattere di urgenza. Quando il cliente si rivolge a noi difficilmente ha il ponte fermo, proprio perché si tratta di attrezzature ad azionamento elettroidraulico e la tipologia di problemi è più legata a un malfunzionamento che non a un guasto, dove malfunzionamento non significa compromettere la sicurezza, ma avvertire cigolii o avere trasudamento di olio lubrificante. In ogni caso, nell’arco di una settimana circa, riusciamo a mandare un tecnico sul posto. Se invece si tratta di un vero guasto, interveniamo con urgenza o direttamente dalla sede o attraverso i nostri dealer che hanno personale tecnico preparato. In questo caso, ovviamente, l’intervento è più costoso, perché possono essere conteggiati anche i costi della manodopera e del diritto di chiamata.”
Fai da te? Meglio evitare
A questo punto la “provocazione” è d’obbligo: l’autoriparatore è un tecnico e sicuramente, prima di chiamare in azienda, prova a dare un’occhiata e cerca di risolvere il problema, soprattutto se non ha già un contratto di assistenza.
“È vero - dice Manente - si tratta di una pratica diffusa, ma non per questo mi sento di approvarla, perché certi interventi vanno eseguiti da un tecnico specializzato, sia per essere a norma con la certificazione ISO, sia soprattutto per una questione di sicurezza. Un intervento che può sembrare banale in realtà spesso non lo è, a causa delle sue implicazioni. La competenza dei nostri tecnici, la qualità del servizio offerto e l’utilizzo di ricambi originali, permette di evitare l’insorgere di problemi a seguito di un intervento effettuato da un tecnico non specializzato.”
Facciamo un esempio: se si guasta un microswitch, un meccanico o un gommista mediamente esperti potrebbero essere in grado di effettuare la sostituzione, ma questo non significa che la manutenzione è terminata. Infatti, se il microswitch non è montato e regolato con assoluta precisione, può creare dei problemi di sicurezza nell’azionamento del ponte e quest’operazione può essere eseguita a regola d’arte solo da un tecnico specializzato.
Vale davvero la pena correre il rischio?
“La mia risposta è ovviamente negativa: rivolgersi al servizio assistenza O.ME.R. (diretto o tramite personale da noi autorizzato) è fondamentale non solo per garantire la sicurezza del funzionamento del ponte, ma anche per non incorrere in guasti o rotture precoci di un prodotto così importante e di valore per l’officina.”
Clienti e stagioni
I clienti O.ME.R. appartengono alle varie tipologie di professionisti della riparazione, sia in Italia sia all’estero, anche se il core business aziendale sono i gommisti. Questo spiega perché in O.ME.R. l’assitenza è stagionale: in autunno e in primavera, quando i gommisti fanno il cambio gomme da pneumatici estivi a invernali e viceversa, i ponti sono sottoposti a ritmi di lavoro più stressanti e quindi è più frequente che il call center del service O.ME.R. sia sommerso da richieste di interventi di manutenzione. Ad agosto, invece, quando tutti sono in ferie, anche i ponti si riposano.
Cosa prevede il contratto di manutenzione programmata?
Le principali operazioni da eseguirsi riguardano:
• controllo funzionalità generale del ponte
• controllo livellamento ponte con eventuale ripristino con messa a bolla
• registrazioni
• taratura impianto idraulico
• controllo funzionalità parte elettrica e pneumatica
• ingrassaggio ponte e rabbocco livelli olio
• controllo e verifica funzionalità dei dispositivi di sicurezza
Costo manutenzione: mediamente 250 euro per i sollevatori piccoli, cifra che può oscillare in ragione della dimensione e della tipologia di ponte.